Tra distanza e presenza: riflessioni sul commento alla poesia della prima età moderna
Résumé
A partire da un confronto con le posizioni di chi denuncia le derive della contemporanea « civiltà del commento » per incoraggiare un’esperienza diretta della « vera presenza » del testo letterario (G. Steiner) l’intervento cerca di difendere la pratica del commento, in particolare ai testi poetici del Rinascimento, come strumento essenziale di uno sforzo ermeneutico al servizio del lettore e finalizzato a rendere il più possibile ricca e complessa l’esperienza della lettura. Soffermandosi su alcuni esempi autorevoli e significativi degli ultimi decenni (Contini, Santagata, Gorni, Blasucci…) l’intervento cercainoltre di mostrare che l’arte del commento implica la ricerca di un difficile equilibrio tra diversi parametri: distanza storica e presenza testuale, significato e significante, univocità e polisemia, comprensione intellettuale e piacere sensoriale, indispensabile accompagnamento esegetico e necessaria solitudine del lettore. L’intervento si conclude con l’illustrazione di queste idee a partire da esempi tratti dalla poesia lirica ed epico-cavalleresca del Quattro e Cinquecento.